Mono-no-aware

19.03.2023

L'empatia verso tutte le cose - Empathy for all things


La bellezza della natura e del paesaggio sono sempre fonte di ispirazione, di contemplazione e di pienezza. Visti dal vivo, questi paesaggi, queste grafie, queste luci si ha la sensazione di respirarle, di assimilarle, di ammalgamarle al proprio spirito, alla propria essenza, fino a diventarne parte, come in uno specchio dell'anima, delle emozioni e dell'armonia.

Mono-no-aware è un termine giapponese che esprime proprio un concetto di questo genere, un'empatia verso tutte le cose, in particolare verso la bellezza e l'armonia delle forme dela natura e del paesaggio. Questo popolo dalla particolarissima cultura e fantasia, ha sviluppato un'estra sensibilità verso le forme della natura, del paesaggio e di tutti i suoi incessanti cambiamenti, tanto che ogni aspetto del mondo naturale entra in modo vitale e potente in tutto lo spirito religioso, poetico e mitico di questo lontano paese.

Ad ogni istante il paesaggio ci mostra i suoi cambiamenti, nelle stagioni, nelle condizioni atmosferiche e nel movimento del nostro astro, ed i fotografi ben lo sanno come tutto possa cambiare in pochi istanti. Per lo spirito giapponese tutto il bello è transitorio, come la vita stessa in tutte le sue forme, tutto è destinato a corrompersi e per questo motivo ogni singolo istante è unico e prezioso, un grande tesoro che ci viene offerto.

Forse noi occidentali dovremmo rivalutare il nostro modo di vedere il mondo, la natura viene da noi vista troppo spesso in termini agonistici, sportivi, ricreativi o utilitaristici, ben pochi vanno per sentieri per meditare, per conteplare forme, luci e colori, per vedere in una pietra, un albero, un fiore o un animale selvatico uno specchio di sé. Molti vedno nella natura una distrazione, mentre essa dovrebbe essere una concentrazione, un luogo, uno spazio sacro dove poterci raccogliere, o meglio ancora poterci aprire, per ritrovare il proprio centro e scambiare energie e conoscenze in modo empatico con il cosmo intero, il quale ci parla attraverso il linguaggio della bellezza.

Anche la nostra cultura occidentale ha saputo esprimere delle profondità contemplative ed empatiche straordinarie con il mondo della natura e le sue magiche forze, ma dobbiamo scavare molto nel passato per ritrovarne le tracce, dovremmo finanche scavare nella cenere, dove sono state mandate al rogo le anime che nella natura vedevano uno specchio di sè.


Una panoramica sulla Val Baganza, un susseguirsi scenografico di crinali sui quali incombe la mole massiccia del Monte Barigazzo (in fondo a destra).