Il Torrente Diaterna
Un piccolo angolo di pardatiso, tra la Romagna e la Toscana
Il Torrente Diaterna è un pregevole corso d'acqua in provincia di Firenze, che dopo aver scavato la sua valle in Toscana finisce per sfociare nel fiume Santerno, il quale scende verso Imola, questo torrente pur scorrendo interamente in territorio di giurisdizione Toscana, morfologicamente fa parte a tutti gli effetti dell'appennino Romagnolo, ma queste son questioni geografiche puramente speculative, che non hanno nulla a che vedere con la Natura ed il paesaggio, e sinceramente poco ci interessano.
Il torrente, della lunghezza di poco più di otto chilometri, è costituito da tre rami, da cui il nome Diaterna, che deriverebbe da Dea Terna, una Dea di una particolare bellezza, tre braccia appunto, perchè ogni luogo dove regna tanta bellezza non può aver avuto origine se non da una Dea, e le acque in ogno cultura ed epoca sono sempre legata alla femminilità e alla sfera del divino, come l'origine della vita..
Qui io ho esplorato e fotografato solo un tratto del corso principale (Diaterna di Caburaccia, che nasce dal Colle di Canda), praticamente ho percorso il tratto di fiume che va dalla confluenza con il fiume Santerno fino ad incontrare il ponte di transito della ferrovia Alta Velocità, qualche chilometro in tutto. Ma è mio desiderio nel futuro prossimo di esplorare anche le parti più alte di questo bellissimo corso d'acqua. e le altre due diramazioni: il Diaterna Valica che nasce nei pressi del passo della Raticosa, ed il Diaterna di Castelvecchio, che nasce dal Sasso di San Zanobì (una solitaria formazione rocciosa ofiolitica alla base del monte La Fine), altra meta prossima ventura.
Il fiume è molto bello, tanta acqua anche in piena estate,, non fredda, cristallina, immacolata, e di un magnifico colore verde e azzurro, spettacolari anfiteatri di strati rocciosi (attenzione alle pietre che cadono dai pendii più scoscesi), una natura incontaminata ed un ambiente selvaggio, anche se alcuni frammenti metallici che si trovano nel greto ci fanno ricordare che la civilità non è lontana, si tratta di materiale abbandonato nel fiume durante al costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità, che taglia in due il Torrente, e che la corrente del fiume stà trascinando a valle, inglobandoli nel greto. Lungo questo torrente non incontrerete alti salti di cascate o pozze sufficentemente larghe per fare delle belle nuotata, ma ha un suo fascino tutto particolare, molto intimo e segreto, sa regalare momenti di vera pace e serenità, di totale immedesimazione con le forze istintive della Natura.
Una cosa ho imparato sui pesci, cercando di fotografarli in questo fiume: la confidenza con l'uomo è inversamente proporzionale alla loro età, più i pesci son piccini, più son curiosi e si avventurano verso il nuovo intruso, arrivando anche a mordicchiarmi le mani che tenevano stretta la fotocamera, più i pesci son grandi, e quindi immagino anche di età, più sono diffidenti, fino ai pesci più grossi, che son si curiosi, ma ti guardano sospettosi da lontano, con sufficenza, e girandoti ben alla larga !
E' un posto molto bello, che merita una visita, anzi merita di essere vissuto in pienezza, e merita sicuramente anche di tornarci. Si raggiunge facilmente da Firenzuola in Toscana o da Castel del Rio in Romagna: lungo la stataleche costeggia il Santerno, fiume anch'esso molto bello. Tra gli abitati di Coniale e San Pellegrino si trova la località Scheggianico, nei pressi della quale dovete imboccare via Coniale Cerreta, percorse poche decine di metri troverete alcuni piccoli spiazzi dove poter parcheggiare, nei pressi dei quali parte un sentiero che in pochi ripidi minuti di discesa conduce al fiume.. Non so se faccio bene o faccio male a divulgare troppi dettagli di questi luoghi, perchè se da una parte è giusto che chiunque voglia godere delle bellezze della Natura ne abbia la possibilità, anche avendo accesso alle informazioni per raggiungere determinati luoghi, è altrettanto sacrosanto preservare questi scrigni di tesori dall'assalto indiscriminato di folle chiassose che considerano la Natuta alla stregua di un parco divertimenti, e spesso non hanno rispetto dei luoghi, deturpandoli con cumuli di rifiuti.
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E questa è a sommi capi la geografia del luogo, ma attenzione, c'e' un dettaglio molto importante da sapere se decideve di andarvi a fare un bagno in queste acque: questo luogo è noto per essere frequentato da naturisti, ovvero persone che amano un rapporto diretto e senza filtri con la natura, in poche parole non usano il costumino da bagno, con buona pace della moda-mare e delle ultime tendenze firmate! Quindi vi capierà sicuramente di incontrare persone nel loro tipico costume adamitico, se la cosa vi distruba, questo luogo è senz'altro da evitare per voi, ci sono molti altri posti interessanti nei paraggi, come lo stesso fiume Santerno e la bella cascata di Moraduccio, a pochi chilometri, o il Vallone dell'Inferno e le cascate del torrente Rovigo, nei pressi di Badia Moscheta.
Il naturismo è' sicuramente un modo per essere anche più spiritualmente in contatto con le forze della natura, abbandonando per un po' i ruoli costrittivi della scietà, le maschere e le ipocrisie, sia a livello interpersonale che e soprattutto a livello di rapporto con sé stessi. Il contatto con la natura diventa in questo modo totalizzante, ci si fonde, ci si sente parte della foresta, della roccia, delle acque. Il confine tra interiorità ed esteriorità si fa più labile e permeabile, ci si eleva ad una forma di sensibilità e di vibrazione superiore, o inferiore, o entrambe, ma bisogna essere disposti a mettere da parte le nostre illusioni fuorvianti di perfezionismo, deporre le armi difensive dietro con le quali ci trinceriamo quoditianamente, e che ci isolano dalla sincera percezione della nostra essenza più pura. Dobbiamo abbandonare l'esercizio bellico del giudizio, con il quale ci trastulliamo sempre volentieri, nascosti dietro le nostre corazze, da dove guardiamo il mondo solo da piccole e strette feritoie. In poche parole, dobbiamo "semplicemente" essere noi stessi, tutto qui... ma è forse proprio questa una delle cose più difficili da mettere in pratica.
Vi lascio il link ad un racconto molto bello sul fiume Santerno, sul Diaterna e su un vecchio pescatore, un articolo di Mauro Magnani, piacevole ed interessante da leggere >>>