en-Beauty prison
La bellezza ha sempre quel magnetismo che ti incanta e ti seduce dolcemente, ti disarma e ti cattura, senza l'uso della forza ! Ma se cediamo alle lusinghe, se entriamo in questo mercato, in questa fiera delle vanità e delle illusioni, rischiamo di rimanerne impantanati, inghiottiti dalle sabbie mobili, come in una palude delle apperenze, abbagliati dai riflessi effimeri che riverberano sulla superficie, incapaci di vedere oltre, perchè l'acqua è torbida. Allora la bellezza si rivela una terribile tiranna, che ci rinchiude in una gabbia, per allevarci a suo uso e consumo, facendoci schiavi, inconsapevoli e felici, come animali da cortile che non sanno interrogarsi sul loro destino. Purtroppo la libertà difficilmente si sposa con la bellezza.
La bellezza è un magnifico velo, stoffa di gran pregio, che bisogna però scostare a volte, per vedere cosa c'è sotto, per scorgere qualcosa di vero, il trucco, il meccanismo, oppure possiamo comodamente scegliere di fermarci ad ammirare il velo, e disquisire tutta la vita sulla sua trama, gli intrecci, i colori, il tessuto, l'ordito. Il rischio è quello di vivere una vita di facciata, vuota, finta, di cartone, come il fondale di una recita, che serve solo per nascondere un muro spoglio, il muro della nostra prigione.
Beauty always has that magnetism that enchants and seduces you gently, disarms and captures you, without the use of force! But if we give in to flattery, if we enter this market, this fair of vanities and illusions, we risk being bogged down, swallowed up by quicksand, as in a swamp of apperances, dazzled by the ephemeral reflections that reverberate on the surface, unable to see beyond, because the water is cloudy. Then beauty reveals itself as a terrible tyrant, who locks us up in a cage, to raise us for its use and consumption, making us slaves, unaware and happy, like farm animals that do not know how to question their destiny. Unfortunately, freedom hardly marries beauty.
Beauty is a magnificent veil, a fabric of great value, which we must, however, sometimes move aside, to see what is underneath, to see something real, the make-up, the mechanism, or we can comfortably choose to stop and admire the veil, and discuss the whole life about its weft, the weaves, the colors, the fabric, the warp. The risk is to live a life of facade, empty, fake, made of cardboard, like the backdrop of a play, which only serves to hide a bare wall, the wall of our prison.