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SOCIAL
Spiacente, non potete "seguirmi" facilmente, se non venendomi a trovare qui, a casa mia.
Uso raramente qualche social come Twitter o VK (il facebook Russo) esclusivamente per scambio di informazioni con una ristretta cerchia di "eletti" ben selezionati, uso piuttosto portali fotografici come Zonerama o 500px o meglio ancora blog come Tumbrl solo come vetrine personali (vanagloria ahimè) o più concretamente come spazio fisico di archiviazione, ma non troverete i miei "lavori" e i miei pensieri sul mondo dei social, li ho progressivamente abbandonati tutti, anche in virtù di pessime e deludenti esperienze-
I social network sono l'emblema di un mondo ormai finito, già cenere per quanto mi riguarda, non ho più nessuna intenzione di dare in pasto me stesso alla folla. Lo reputo un mondo assolutamente falso, ipocrita e finto, un mondo "di plastica", dove parole tanto sbandierate come democrazia e libertà sono solo simulacri vuoti e fuorvianti, quelle democrazie e lquelle ibertà che valgono solo se ti conformi alle loro verità, magari quelle verità profonde e sapienziali sicuramente certificate da quei siti ufficiali o istituzionali che tanto si impegnano nella caccia alle fake news ! Ma la vita fortunatamente è altrove.
Consideriamo poi che ogni persona ha la sua verità e che ogni essere è un mondo a se, ma questo la maggioranza non lo capisce e si elevano a giudici e paladini delle loro visioni, spesso allucinate. A tutto questo ci aggiungete i curiosi (che poi la curiosità sarebbe anche positiva, sarebbe un grande valore se fosse finalizzata alla conoscenza e al dialogo), gli invidiosi, gli sterili che hanno solo del tempo da perdere, coloro che hanno l'hobby di rompere i coglioni, quelli che hanno loro cuggino che lo fa meglio, i fact-checker e i troll, ed il minestrone è bello servito. Naturalmente questi sono solo i miei personalissimi punti di vista.
Non è comunque una questione prettamente "moderna", visto che anche Seneca più di duemila anni fa si interrogava sulle medesime questioni:
"La folla: Non puoi ancora correre il rischio di frequentarla.
Non c'è ragione per cui la vanagloria di ostentare il tuo ingegno ti porti in mezzo alla gente con la voglia di tenere pubbliche letture o di dissertare. Ti lascerei la libertà di farlo se tu avessi una mercanzia adatta a questa gente. Ma non c'è alcuno in grado di intenderti.
Per chi allora ho imparato ? Non temere di aver faticato invano, se hai imparato per te stesso.
Bene si espresse anche quel tale che, essengogli stato chiesto quale scopo avesse tanta sua diligenza in un'arte destinata a raggiungere una strettissima cerchia di persone, dichiarò: Me ne bastano poche, me ne bssta una, mi basta anche nessuno.
Epicuro scrisse in una lettere per un suo compagno di studi: Tali cose io rivolgo non a molti, ma a te, perchè rappresentiamo uno per l'altro un pubblico più che sufficiente.
I tuoi lati positivi mirino soltanto ad una approvazione interiore."
Seneca - Lettere morali a Lucilio
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