Iris Graminea, il fiore del tre
"Il numero è ciò che governa le forme e le idee, nonchè la causa generante di Dei e Demoni"
- Pitagora -
DO NOT DISTURB!
Un bel fiore, piuttosto particolare, chiamato anche Giaggiolo susinario, perchè profuma delicatamente di susina, anche se sinceramente io non ho sentito nulla! Il poeta Corrado Govoni lo definisce in una sua poesia come "l'orchidea dei poveri". Questo iris è la versione selvatica ed origininale dei fiori che comunemente vediamo nei giardini, frutto di selezioni e manipolazioni genetiche. Fioriscono all'interno di ciuffi erbosi di graminacea rilasciando un delicato e goloso aroma di prugna ben matura, come riporta il sito Promesse de fleurs : "una specie botanica dal temperamento un po' eccentrico ma infinitamente delicato, che prospera e fiorisce spesso in mezz'ombra, e deve il suo nome di iris a foglia di gramigna a un fogliame particolarmente stretto, raccolto in ciuffo denso ed eretto. È uno dei rari iris, insieme all'Iris fetido, ad apprezzare le situazioni semi-ombreggiate dove fiorisce più a lungo che sotto il pieno sole, ed è una pianta che non gradisce essere disturbata!"
Girovagando in Val Grontone abbiamo incontrato un vasto tappeto di questa erba perenne che cresce nel sottobosco, e che si manifesta in fioritura con queste belle formazioni simmetriche la cui base è il tre: il fiore è infatti una stella a tre braccia che rimanda alla forma geometrica del triangolo.
Uno, due e tre non sono propriamente numeri, ma principi inscindibili. Il tre è un numero dispari, attivo, maschile, creativo e divino, in quanto è il divino che crea, in opposizione ai numeri pari che sono femminili, passivi e ricettivi.
L'Uno rappresenta il principio divino assoluto non coscente di sé che discende nella materia, il due è il momento in cui l'uno si percepisce e si contempla nel suo riflesso cercando di comprendere, il tre è il momento in cui questo processo realizza sé stesso dall'esterno, come un osservatore terzo che contempla e finalmente comprende, riportando il processo all'unione originaria con il principio unico e divino, nel vertice del triangolo, dove i due convergono, il punto del ricongiungimento con il principrio originario ma arricchito di quel qualcosa in più: la consapevolezza del divino in sé. Il tre ed il triangolo esprimono in questo una grande energia e potenza creativa, pensate per esempio alle piramidi, grandi catalizzatori di energia: le loro facce non sono casualmente triangolari.
Sembrano discorsi astrusi o campati in aria, ma sono le basi dell'Universo e del Cosmo nel quale viviamo, ed anche in un singolo fiore è riflessa tutta la complessa ingegnosità di questo Universo e delle sue leggi... anzi, forse è si tutto ingegnoso, ma non complesso, siamo noi che fatichiamo a comprendere perchè non abituati a ragionare, o meglio abituati a ragionare con logiche distorte e innaturali. Fatichiamo a comprendere e a vedere tutto quanto si palesa davanti ai nostri occhi, senza alcun segreto, io per primo... conoscere e comprendere potrebbe essere più un processo di scrematura e di purificazione, che non un processo di accumulo e archiviazione.
Allora basta guardare un fiore, un albero, un corso d'acqua o una nuvola, per lasciarsi permeare dalla consapevolezza.
"E così dal mondo supremo, che è fonte delle idee e ove si dice sia Dio o che si dice essere in Dio, si discende al mondo ideato, che si dice esser stato creato tramite il primo e dal primo, e da questo si giunge a quel mondo che è contemplativo di entrambi i precedenti e che, come discende dal primo tramite il secondo, così conoscerà il primo attraverso il secondo. Di qui deriva, con un percorso per così dire circolare, un salto dal primo al terzo, e un ritorno dal terzo al primo, o - se preferisci - rigirando la prospettiva dal primo al terzo v'è una discesa, dal terzo al primo un'ascesa attraverso l'intermedio.
Quanto sarà mirabile l'opera tua, se ti conformerai all'opera di entrambe le nature; se invece ti comporterai con stoltezza ed erroneamente, al contrario sarai riempito di una confusissima caliggine, che chiamano ombra di morte. In questo modo invece sarai in grado di concepire e partorire con la memoria e con l'intelletto la struttura e la concatenazione del triplice mondo, non senza ciò che in esso è contenuto. "
da Il sigillo dei sigilli di Filoteo Giordano Bruno da Nola (1548-1600)

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