little museum of photography


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SALVEZZA

La fotografia per me è salvezza, nel vero senso della parola. In molte occasioni questa passione mi ha offerto un'ancora a cui aggrapparmi, un porto sicuro in cui naufragare, una motivazione quotidiana per alzarsi ogni mattina, un pozzo in un deserto arido da cui attingere la forza per andare avanti, una bussola per ritrovare la strada perduta, per tutto questo la fotografia è salvezza. 

Non sono un fotografo, ne un critico, tantomeno uno storico, ma semplicemente un amante della bella fotografia e delle belle arti, nonché un accanito fotoamatore.  Il titolo di questa pagina pertanto potrebbe sembrare un po' pretenzioso, ma nelle mie intenzioni vuol essere solo un piccolo e piacevole angolo di condivisione delle mie immagini preferite, spero magari di farvi scoprire qualcosa di nuovo e di piacevole. spero anche in questo modo di contribuire a diffondere un po' di bellezza e di emozioni,  in un mondo che si sta assuefacendo alle cose brutte, fredde, negative e spesso violente. 

E voglio condividere solo cose "belle", perché temo che mettere fianco a fianco cose belle e brutte, emozioni positive e negative, nel tempo possa appiattire le emozioni, rendere frastornati ed insensibili, come accade nei telegiornali, dove si mettono sullo stesso piano tragedie immani e amenità assurde, in un "teatrino" surreale, che è purtroppo il nostro mondo. E' una visione dell'arte come "anestetico" ed amuleto esorcizzante dalle brutture del mondo, ma anche come strumento per indagare il profondo abisso dell'animo umano e trovare il lato poetico anche nell'indifferenza del mondo.

Mentre tutti generalmente tendono a dividere e creare categorie chiuse, stabilendo distinzioni e confini (fotografia, pittura, grafica, ecc.), io voglio mettere tutto assieme, in un ribollente calderone magico: io sono affascinato dalle arti visive tutte, ed una bella immagine rappresenta sempre il "prodotto finale" di un percorso umano, di una sensibilità, di una visione, di un sentimento, e poco importa la tecnica o lo strumento utilizzato per esprimersi: che sia una fotografia analogica, digitale, una immagine photoshoppata, un dipinto, uno schizzo al carboncino o una creazione puramente digitale,  è il messaggio e l'emozione che trasmette a fare la differenza, non certo la tecnica o lo strumento utilizzato.

Quindi mi piace affiancare fotografi e fotoamatori a pittori, disegnatori, grafici e artisti digitali, di ieri e di oggi, perché quello che alberga di vero e profondo nell'animo umano, non ha tempo. Io stesso nella mia fotografia, mi sento profondamente influenzato e suggestionato non tanto da altri fotografi, ma da artisti come gli impressionisti, i macchiaioli, i preraffaeliti, o disegnatori fantasy come Louis Royo o Boris Vallejo. Per quanto riguarda la fotografia vera e propria, i primi maestri che mi hanno influenzato sono stati senza dubbio Franco Fontana con i suoi paesaggi minimalisti, Ernst Haas con i suoi colori, e le atmosfere rarefatte dei pittorialisti di inizio '900.

Tutti questi artisti hanno una capacità in comune, quella di prendere il mondo reale come pretesto, e creare attraverso le loro opere una sorta di portale che supera le barriere del tempo, un rettangolo colorato capace di catapultarci nella dimensione senza tempo del mito e della leggenda, nel mondo fantastico dove possiamo ritrovare noi stessi al di là delle contingenze temporali. Cambiano gli usi ed i costumi, le tecniche e gli strumenti, ma se ci concentriamo su queste apparenze, perdiamo di vista l'essenza dell'essere, che rimane invece immutata nei millenni,  celata dietro il velo delle apparenze, come ogni vero tesoro degno di questo nome.  E proprio per questo sono affascinato dai miti e dalle leggende antiche, dalle storie che affondano le loro radici nella notte dei tempi, e dai racconti fantasy che parlano di terre lontane e mitiche, magiche e misteriose, perché ci parlano di noi, al pari dei racconti e degli scenari fantascientifici proiettati nel futuro. E da questi mondi fantastici attingo a piene mani per la mia ispirazione.


ICONE

Ho accennato all'inizio ad "immagini-icone", mi è venuta questa idea riflettendo su alcune immagini scattate molto tempo fa, ma che ancora oggi, nonostante i molti anni trascorsi, hanno un forte impatto emotivo e visivo, anzi è forse proprio grazie al tempo trascorso che emerge la loro vera essenza, quando il coinvolgimento emotivo si è sedimentato e si riescono a guardare le cose con maggior distacco ed obiettività !  La dimensione tempo è un fattore fondamentale nel selezionare le fotografie, io scatto una miriade di foto, poi le "parcheggio" senza "toccarle" e le riprendo in mano solo dopo molto tempo, in questo modo, con animo più distaccato, è più facile distinguere una foto banale da una significativa: quando il ricordo delle emozioni è ancora vivo, si è troppo indulgenti con se stessi !  Scattare fotografie è un po' una sorta di psicoanalisi, dove il tempo è l'analista.

Ci sono immagini che resistono graniticamente al tempo e ai cambiamenti emotivi e caratteriali con cui il tempo ci forgia, sono le foto che maggiormente mi rappresentano, le foto che presenterei se mi chiedessero di descrivermi usando solo poche immagini anziché tante parole, per questo le definisco icone, sono la mia identità, il mio nome e cognome, quello vero, non anagrafico. 

Queste immagini dimostrano come ogni cosa che facciamo sia pregna della nostra impronta, come noi stessi andiamo oltre i confini del nostro corpo fisico, come i nostri pensieri e le nostre anime trovino corrispondenza nel mondo esterno, e viceversa come il mondo esterno trovi corrispondenza dentro di noi, come sia un tutt'uno, un dare e un ricevere: noi siamo il mondo, noi possiamo essere anche una montagna, un albero, un fiore, un sasso, un paesaggio o una bicicletta sgangherata.

Ogni cosa che manifestiamo è espressione di quello che pensiamo ma anche, e soprattutto, di quello che siamo, di quello che ribolle nel nostro profondo, spesso anche a nostra insaputa. E in tutto questo ritengo sia importantissimo coltivare una piccola attività dove poter esprimere se stessi liberamente, un'oasi di libertà e di crescita personale, le nostre passioni e le nostre attività creative sono di vitale importanza, anzi sono forse le cose più importanti che danno significato e valore al nostro esistere. Mi arrabbio sempre quando si parla di queste passioni come di hobby o passatempi: macché passatempi, questa è energia, linfa vitale, quel soffio animistico che da significato a tutte le contingenze fisiche e quotidiane, è come tracciare un cerchio magico, all'interno del quale si è come in un'altra dimensione, e si tengono fuori le negatività e la pesantezza del monto terreno, è una zona franca, un'isola libera al di fuori di qualsiasi giurisdizione.  Avete presente il film   "L'isola delle rose" ?  ... ecco la fotografia per me rappresenta questo: se non ti piace il mondo, costruiscitene uno tutto tuo !  Poi ognuno trova il suo modo per raggiungere se stessi e la libertà, l'importante è che sia libertà autentica e sincera. e non un'altra forma di schiavitù o di condizionamento, per cui dovete essere onesti con voi stessi, cosa tutt'altro che scontata.

Bene, io avrò dei problemi, ma se avete letto tutto fin qui, molto probabilmente ne avete anche voi !  Comunque grazie.


SALVATION

Photography for me is salvation, in the true sense of the word. On many occasions this passion has offered me an anchor to cling to, a safe harbor in which to be shipwrecked, a daily motivation to get up every morning, a well in an arid desert from which to draw the strength to move forward, a compass to find my lost road, for all this reasons photography is salvation.

I am not a photographer, nor a critic, much less a historian, but simply a lover of beautiful photography, as well as an avid amateur photographer.  The title of this page therefore might seem a bit pretentious, but in my intentions it is just a small and pleasant corner of sharing my favorite images, I hope maybe to make you discover something new and pleasant. I also hope in this way to contribute to spreading a bit of beauty and emotions, in a world that is getting used to bad, cold, negative and often violent things.

And I want to share only "beautiful" things, because I fear that putting beautiful and ugly things side by side, positive and negative emotions, over time can flatten the emotions, make you dazed and numb, as happens in the news, where tragedies are put on the same level of huge and absurd amenities, in a surreal "theater", which unfortunately is our world. It is a vision of art as an "anesthetic" and amulet exorcising the ugliness of the world, but also as a tool to investigate the deep abyss of the human soul and find the poetic side even in the indifference of the world.

While everyone generally tends to divide and create closed categories, establishing distinctions and boundaries (photography, painting, graphics, etc.), I want to put it all together, in a bubbling magical cauldron: I am fascinated by all the visual arts, and a beautiful image always represents the "final product" of a human journey, of a sensitivity, of a vision, of a feeling, and the technique or tool used to express oneself does not matter: whether it is an analogue or digital photograph, a photoshopped image, a painting , a charcoal sketch or a purely digital creation, it is the message and the emotion it transmits that make the difference, certainly not the technique or the instrument used.

So I like to combine photographers and amateurs with painters, designers, graphic designers and digital artists, of yesterday and today, because what is truly and profoundly lodged in the human soul, has no time. Myself in my photography, I feel deeply influenced and influenced not so much by other photographers, but by artists such as the Impressionists, the Macchiaioli, the Pre-Raphaelites, or fantasy artists such as Louis Royo or Boris Vallejo. As for actual photography, the first masters who influenced me were undoubtedly Franco Fontana with his minimalist landscapes, Ernst Haas with his colors, and the rarefied atmospheres of the early 20th century pictorialists.

All these artists have a common ability, that of taking the real world as a pretext, and creating through their works a sort of portal that overcomes the barriers of time, a colored rectangle capable of catapulting us into the timeless dimension of myth and legend, in the fantastic world where we can find ourselves beyond temporal contingencies. Uses and customs, techniques and tools change, but if we focus on these appearances, we lose sight of the essence of being, which instead remains unchanged over the millennia, hidden behind the veil of appearances, like any true worthy treasure of this name. And precisely for this reason I am fascinated by ancient myths and legends, by stories that have their roots in the mists of time, and by fantasy stories that speak of distant and mythical, magical and mysterious lands, because they speak to us about us, like the stories and science fiction scenarios projected into the future. And from these fantastic worlds I draw heavily for my inspiration.


ICONS

At the beginning I mentioned "images-icons", I came up with this idea reflecting on some images taken a long time ago, but which still today, despite the many years that have passed, have a strong emotional and visual impact, indeed it is perhaps thanks to the elapsed time that their true essence emerges, when the emotional involvement has settled and you are able to look at things with greater detachment and objectivity ! The time dimension is a fundamental factor in selecting the photographs, I take a myriad of photos, then "parking" them without "touching" them and take them back in my hand only after a long time, in this way, with a more detached, it is easier distinguish a trivial photo from a significant one: when the memory of emotions is still alive, you are too indulgent with yourself ! Taking photographs is a bit of a kind of psychoanalysis, where time is the analyst.

There are images that resists time and the emotional and the character changing, they are the photos that most represent me, the photos that I would present if they asked me to describe myself using only a few images instead of many words, that's why I define them icons, they are my identity, my name and surname, the real one, not anagraphic.

These images demonstrate how everything we do is imbued with our imprint, how we ourselves go beyond the confines of our physical body, how our thoughts and our souls find correspondence in the external world, and vice versa how the external world finds correspondence within we, as a whole, a giving and a receiving: we are the world, we can also be a mountain, a tree, a flower, a stone, a landscape or a old bicycle.

Everything we manifest is an expression of what we think but also, and above all, of what we are, of what is simmering in our depths, often even without our knowledge. And in all this I believe it is very important to cultivate a true passion where you can express yourself freely, an oasis of freedom and personal growth. Our passions and our creative activities are of vital importance, indeed they are perhaps the most important things that give meaning and value to our existence. I always get angry when we talk about these passions as hobbies or pastimes: no pastimes, this is energy, lifeblood, that animistic breath that gives meaning to all physical and daily contingencies, it is like tracing a magic circle, inside the as one is like in another dimension, and the negativity and heaviness of the earthly world are kept out, it is a free zone, a free island outside of any jurisdiction.

Here is the photograph for me, it represents this: if you don't like the world, build your own ! Then everyone finds his way to reach himself and freedom, the important thing is that it is authentic and sincere freedom. and not another form of bondage or conditioning, so you have to be honest with yourself, which is far from obvious.

Well, I'm going to have some problems, but if you've read everything so far, most likely you have too! Anyway thanks.