Alberi sacri

17.07.2021

"Gli indiani Hidatsa del Nord America credono che ogni oggetto naturale abbia il suo spirito o, meglio, la sua ombra. A queste ombre si deve una certa considerazione, o rispetto. Si crede che alcuni grandi alberi abbiano un'intelligenza che, se convenientemente avvicinata, può aiutare in varie imprese.

L'abbattere questi giganti è considerata una cattiva azione, e quando c'era bisogno di grandi travi, usavano soltanto gli alberi già caduti. I più anziani dicevano che molte disgrazie del loro popolo erano causate dalla moderna mancanza di rispetto per i diritti dei grandi alberi.

Anche gli Irochesi credono che ogni specie di alberi, piante ed erbe abbiano il loro spirito. Era costume rendere grazie a questi spiriti.

Fra gli abitanti di lingua ewe della Costa degli Schiavi (Africa) il dio Huntin dimora in alcuni alberi giganti della foresta. Gli alberi in cui egli abita vengono circondati da una cintura di foglie di palma, e ad esso vengono offerti sacrifici di galline, e a volte anche di esseri umani, che vengono legati al tronco o deposti ai piedi dell'albero.  Anche gli alberi che non contengono la dimora di un Huntin non possono essere tagliati senza che il boscaiolo offra un sacrificio per purificarsi dal sacrilegio che stà commettendo. Omettere il sacrificio è un'offesa che può essere punita anche con la morte.

Tempo fa tra i monti Kangra del  Punjab si soleva sacrificare una fanciulla a un vecchio cedro, e le famiglie del villaggio fornivano a turno la vittima.

Quando si abbatte una quercia, essa emette delle strida o dei lamenti, che si possono udire lontano un miglio, come se il genio della quercia si lamentasse. Alcuni stregoni affermano di aver udito il pianto degli alberi sotto la scure. Alberi che sanguinano o emettono grida di dolore o d'indignazione quando sono colpiti dall'ascia o bruciati, si incontrano spesso nei libri o nei racconti, in tutte le culture."

- da Magia e culto degli alberi di J.G.Frazer -

Anche senza offrire alcun sacrificio umano, e neppure di galline, portiamo rispetto a queste magnifiche creature, spiriti viventi che mettono in comunicazione la Terra con il Cielo, il Buio con la Luce, lo Spirito con la Materia. Gli antichi hanno saputo coglierne l'essenza, la maggior parte di noi invece passano distratti e veloci senza nemmeno accorgersi di essi. Solo qualche tempo incontrai una signora nel bosco che si soffermava davanti ad ogni grande albero, lo toccava e recitava una breve preghiera. Io rimango sempre affascinato da queste creature meravigliose e a volte stravaganti, ogni volta che entro nel bosco, mi sembra di entrare in una fiaba. 

Mi viene da pensare che forse se gli antichi sentivano la necessità di offrire sacrifici agli alberi, forse lo facevano perchè riuscivano a percepire lo spirito emanato da questi esseri viventi, molto più di quanto non riusciamo a percepire noi che abbiamo tranciato le nostre radici con il cosmo natura. Forse queste persone si sentivano anche in debito con questi spiriti, per questo le offerte ed i sacrifici, probabilmente ricevevano molto dal bosco e dagli alberi, molto in termini di energia e conoscenza, e sentivano il bisogno di ricambiare quanto ricevevano.

Perchè tutto a questo mondo è uno scambio, solo noi esseri "moderni e civilizzati" pensiamo che tutto ci sia dovuto, pensiamo di essere i padroni del mondo, e su questi presupposti razziamo la natura, saccheggiamo e distruggiamo, senza nulla dare in cambio.

Non sappiamo quello che facciamo, se lo facessimo sapendolo sarebbe ancor più grave.


Una bellissima Quercia in Val Ceno, presso Viazzano