Interessandomi di vari argomenti, tra i quali Tarocchi, antiche religioni, civiltà perdute, storia ed archeologia, mi sono fatto l'idea che l'uomo moderno viva nella convinzione che questa sia l'epoca migliore, più progredita e più giusta possibile, quella più "scientifica" ed avanzata. Queste convinzioni io le chiamo "presunzione", perchè mi sembra proprio che siano convinzioni del tutto aleatorie e senza fondamento. Abbiamo costruito il mito della scienza, ma la scienza indaga la superficie delle cose visibili, ed in questo modo abbiamo tagliato fuori dal nostro mondo tante altre realtà come l'anima, lo spirito, il sogno, l'empatia e l'intuizione, creandoci l'immagine di un Universo simile ad un'enorme macchinario, senza chiederci chi o cosa muova questo macchinario, come sia nato e quale ne sia il suo scopo. Crediamo a questa immagine che ci propongono insistentemente con prove convincenti, abbiamo elevato la scienza al rango di religione, abbiamo ridotto le nostre vite ad un ingranaggio di questo enorme macchinario, senza considerare che, quando l'ingranaggio sarà non più funzionante, verrà sostituito e quello vecchio destinato all'oblio. In questo modo abbiamo tagliato le nostre radici con la Terra, la nostra connessione con le stelle, il Sole principalmente, cresciamo come piantine in vaso, credendo che il vaso sia il mondo, e la minaccia della discarica income sempre su di noi, non appena questa piantina cesserà di essere utile o decorativa per l'arredo di una casa altrui.
Io non credo che le cose stiano effettivamente così, mi piace farmi delle domande, e mi sembra che per trovare delle risposte soddisfacenti, ci si debba rivolgere al passato, più che al presente. Ma non al passato prossimo, bensì a quello remoto, remotissimo, arcano. La stessa nostra scienza, quando diventa meta-scienza, quando comincia ad indagare la materia e l'energia nelle sue forme più intime, scopre dei concetti che non sono molto diversi da quelli espressi da culture, filosofie e religioni antiche di ogni angolo del pianeta. Ho l'impressione che, scrostando la superficie ricoperta da molte mani di vernici, ci sia una sostanza uguale o simile per tutti, e che le differenze siano solo espressive, di linguaggio.
Oltre all'aspetto estetico ed artistico, un grande merito di queste carte è quello dell'avermi introdotto in un mondo che non mi aspettavo, o meglio che conoscevo solo superficialmente sotto forma di frammenti sparsi e disconnessi, studiando i Tarocchi invece stò scoprendo come tutti quei tasselli facciano parte di un unico disegno tracciato su un foglio invisibile, un foglio che non ha margini, ne geografici, ne temporali: tutte le piccole gocce di sapere che nella vita ho appreso si stanno rivelando piccole goccie di un unico, grande ed antico oceano di conoscenza.
I Tarocchi stanno avendo questa funzione per ora nella mia vita, sono diventati come un ago per cucire assieme tante pezze di conoscenza, per metterle in relazione, par approfondire i rapporti tra di loro, ed uno stimolo per cercarne altre, sempre più antiche, sempre più esotiche. Li uso come strumento introspettivo, per meditare e sognare, per pregare (che non è molto diverso). Migliorano la percezione, la sensibilità e l'osservazione, danno valore e significato a tanti piccoli particolari che normalmente sfuggirebbero alla nostra attenzione o sarebbero catalogati semplicemente come "coincidenze". Aiutano a capire la concatenazione degli eventi e fanno percepire che nulla, assolutamente nulla, accade per caso.
Infine, sento che questi simboli mi creano una sorta di contatto, mi nutrono in un certo senso, nutrono la mia fantasia, il mio spirito, il mondo dei miei sogni e la mia fame di bellezza, e questo è di grande aiuto anche nella pratica della fotografia, che comunque è anch'essa, almeno per la mia esperienza, una pratica di ricerca interiore e spirituale.
Da scettico qual'ero, nutro ora grande rispetto per questa arte e ringrazio che faccia ora parte anche della mia vita.