Il lago perduto della Val Cogena

10.01.2021


Il bel laghetto color smeraldo della Val Cogena, nei pressi di Belforte, ora solo un bel ricordo, in una vecchia diapositiva un po' scolorita.



Era il novembre del 1960 quando improvvisamente, dopo molti giorni di piogge ininterrotte, una frana si staccò della montagna ed andò ad ostruire il corso del torrente Cogena, piccolo torrente che confluisce nel Taro presso Ostia Parmense. Un intero mulino rimase completamente sommerso, e molte case nei dintorni furono completamente distrutte. Molti danni, molto spavento, ma nessuna vittima.

Con il tempo, il terreno circostante si assestò e le acque disegnarono un bel laghetto sulle le cui sponde crebbe la tipica vegetazione lacustre,  con il tempo il laghetto si popolò di pesci, gamberi e rane, insomma ne nacque un nuovo ed equilibrato ecosistema, un posticino incantato dove l'uomo ormai era poco più che un fantasma, uno sbiadito ricordo testimoniato solo dai resti delle vecchie costruzioni abbandonate.

Nel novembre dell'anno 2000, sempre dopo incessanti e forti piogge, un nuovo smottamento liberò inaspettatamente il torrente dai detriti, ed il laghetto se ne sparì come per magia, in una notte sola,  lasciando di sé solo il ricordo, oggi ormai scomparso pure quello. 

Per fortuna sono riuscito a ritrovare questa vecchia diapositiva, che avevo scattato quando ero ancora alle prime armi, e pieno d'entusiasmo esploravo le nostre valli.

Devo dire che l'entusiasmo non è sparito... 


Recentemente (marzo 2022) Davide, un amico dall'Inghilterra, vedendo questa immagine nel sito,  mi ha scritto queste parole, che riporto letteralmente: 

"I miei nonni italiani sono emigrati dall'Italia oltre 100 anni fa, i genitori di mio padre da Ravello e Minori, i genitori di mia madre da Belforte (La Galla, appunto) nella Valtaro.

Conosciamo bene Belforte, e Gorro e Caffaraccia e Bedonia, Berceto, Tornolo, Tiedoli, Tarsogno e tutti gli altri. Ci siamo stati spesso nelle estati degli ultimi 20, 25 anni o giù di lì. Mia nonna materna viveva sempre con noi e parlava spesso di Belforte, quindi sento di averlo da sempre conosciuto.

Nel 1933, per qualche mese, mamma e nonna tornarono nel paese di famiglia: la loro casa è ancora lì, l'ultimo edificio uscendo da La Galla, con Belforte alle spalle e Il Groppo davanti. Nessuna famiglia però abita più li.

La mamma aveva appena conosciuto l'uomo che sarebbe diventato mio padre (nel 1939) e gli scriveva in Inghilterra ogni giorno. Percorreva il sentiero che seguiva La Cogena, attraverso quei bei boschi, per raggiungere Ostia Parmense, poi tornava di corsa a casa la sera, prima del sopraggiungere del buio.

Facevano il bucato a La Cogena, prima che si formasse il lago. I vestiti e la biancheria da letto venivano caricati in cesti su un asino, uno strato di vestiti, poi uno strato di cenere di legno dal fuoco, poi altri vestiti e così via.

Non c'è da stupirsi che lo ami. Ci sono cresciuto, poi l'ho visto, poi ci ho vissuto un po'. Come dici tu, è un piccolo angolo di paradiso (e anche con i porcini)".

Sono piccoli racconti di una vita d'altri tempi, ricordi che rievocano emozioni, ed è suggestivo quando si visitano questi luoghi, percepire che ogni pietra, ogni casa, ogni sentiero, ogni luogo, per quanto muto ci appaia ora, ha le sue storie, che custodisce gelosamente. Poi il caso vuole che ogni tanto queste pietre tornino a parlare, a rievocae, come in questo caso. 

Oggi vediamo molti luoghi desolati e solitari, ma un tempo qui si svolgeva la vita, come oggi nemmeno ce la possiamo immaginare.

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