Complottismo

15.02.2024

Tutti ridevano quando il complottista Noè costruiva l'arca, poi cominciò a piovere...



Per sicurezza, dubito di tutto.  - Cicerone -



IL GRANDE INGANO

Il  capovolgimento della realtà attraverso il ribaltamento del significato delle parole.

Il termine complottista è un esempio accademico di come la nostra arrogante e presuntuosa "cultura" stravolga il senso delle parole, addirittura sovvertendolo completamente, per gestire ed indirizzare la pubblica opinione attraverso il meccanismo sociale della ridicolizzazione e della banalizzazione.

Chi è colui che conduce una macchina? Il macchinista, ovvio!  Chi è colui che si attiva per proteggere l'ambiente? ... l'ambientalista!  Chi è che fa i progetti? Il progettista... e chi è che che ordisce nell'ombra, che trama dietro le quinte, che fa i complotti? .... il complottista ovviamente. Quindi vedete subito che c'è una certa dissonanza tra il significato reale del termine complottista ed il modo in cui viene usato comunemente.  Il complottista quindi è fondamentalmente chi i complotti li ordisce e li mette in pratica, non chi li svela e chi scopre le carte, a quest'ultimo si addice di più la definizione di indagatore, di detective, di ricercatore della verità, di chi sospetta e sente puzza di bruciato, chi vuol portare alla luce  e mettere in guardia dai pericoli, colui che osserva, pensa e si pone delle domande, non semplicemente chi reagisce, insomma chi non ha voglia di farsi prendere per il culo, forse perchè per il culo è già stato preso innumerevoli volte.

Ma capite bene che chi orchestra l'opinione pubblica non può permettersi di identificare altri da se come "ricercatori della verità", perchè se così fosse, allora lui cosa sarebbe ? Non certamente la verità, ma la menzogna forse, o il complottista vero e proprio, quello che agisce nell'ombra per scopi tutt'altro che nobili e onesti, altrimenti non avrebbe motivo di agire nell'ombra e sotto mentite spoglie. 

Ecco quindi che scatta il meccanismo psicologico della ridicolizzazione, del disprezzo, dell'emarginazione, finanche della violenza verbale e della denigrazione, tirando in ballo addirittura la "scienza" che in questo modo ne fa una gran magra figura, facendoci capire che quella divulgazione da giornaletto scandalistico che viene spacciata per scienza si palesa per quello che effettivamente è: propaganda! 

Negli anni recenti dalle tecniche di ridicolizzazione si è passati a maniere coercitive particolarmente invadenti e di stampo nazista, tanto da far sentenziare ufficialmente ad un Tribunale della nostra Repubblica che gli atti di alcuni "complottisti" sono da intendersi come "atti di legittima difesa"... e scusate se è poco!  Rifletteteci su questa recente sentenza, difesa? e da chi? 

Vi lascio qui di seguito alcune definizioni tratte dal web, e lascio a voi ogni personale considerazione, mi limito solo a segnalare che la psicologia è quella scienza che internava dentro a disumani lager chiamati manicomi persone spesso perfettamente sane di mente, ma socialmente o politicamente scomode. A mio modesto, modestissimo parere, la psicologia è quella scienza che non ha mai predetto nulla, se non montagne di chiacchere sempre discutibili e confutabili. E' la scienza delle giustificazioni, fornice solamente giustificazioni e alibi ai fatti compiuti. Poi c'è una psicologia "seria" ed efficace, che non si insegna alle università, e che studia la mente umana ed i meccanismi su come manipolarla, creando addirittura armi mentali, ma qui rischiamo di scadere nel complottismo...



Qui mi limito solo ad esprimere il mio personalissimo punto di vista, ovvero che la psicologia è per me quella scienza che internava, dentro a disumani lager chiamati manicomi, persone spesso perfettamente sane di mente, ma socialmente o politicamente scomode. A mio modesto, modestissimo parere, la psicologia è quella scienza che non ha mai predetto nulla, se non montagne di chiacchere sempre discutibili e confutabili. E' la scienza delle giustificazioni, fornisce solamente giustificazioni e alibi a posteriori, a fatti compiuti. Poi c'è una psicologia "seria" ed efficace invece, che non si insegna alle università, e che studia la mente umana ed i meccanismi su come manipolarla, plasmarla ed utilizzarla, che ha portato alla creazione di vere e proprie armi mentali, ma qui rischiamo di scadere nel complottismo... io credo che se la psicologia fosse onesta, la si insegnerebbe a scuola, per formare delle persone con cognizione critica e fornire a tutti armi di difesa, così per parità almeno.

Chi ama la storia, chi ha la passione di approfondire i fatti del passato, e non certo la storia che si insegnano a scuola, sa bene come sia ampiamente dimostrato che i cosiddetti complottisti abbiano sempre avuto ragione, e questo mi basta. Il tempo è sempre il giudice supremo. Purtroppo il detto comune che "la storia insegna" è una grandissima panzana, la storia dimostra, ma a quanto pare nessuno presta fede a queste dimostrazioni, e le persone sembrano non imparare un bel nulla. Questo atteggiamento fa parte del falso mito dei tempi moderni illuminati e della scienza infallibile, quel sentimento mitico di superiorità culturale tipica dell'occidentale moderno che crede di essere automaticamente ed ovviamente dalla parte della ragione solo per il fatto di vivere nell'epoca "moderna",  generando tutti quei atteggiamenti altezzosi, eruditi, presuntuosi e saccenti nei confronti di coloro che sono vissuti prima o che hanno una visione alternativa della "realtà", e creando un alone di sicurezza e protezione forte solo del potere del conformismo e dei grandi numeri, un "branco" di individui che si ritengono immuni dagli errori e dalle logiche del passato:  questo si che è un vero e proprio delirio che sarebbe da analizzare "psicologicamente" !

Il complottista in fondo è una persona innoqua, è solamente una persona che mette in pratica una legittima difesa preventiva, anzi spesso è anche altruista, in quanto cerca di mettere in guardia i propri simili sui pericoli che si celano tutt'attorno, ma poi quando si percepisce la sensazione di parlare con i muri, allora anche il miglior complottista si rompe le scatole e si chiude, si ritira, desiste, lascia perdere.  Dopo un inizio entusiasmante e battagliero, si rende conto che essere complottista è controproducente, ed è inutile perdere il proprio prezioso tempo per parlare con i muri, pertanto abbandona il confortevole ma falso mondo "reale" per abbracciare i suoi incubi, smette di combattere caparbiamente e vanamente contro i mulini a vento, e si sposta sul fronte interno, combatte una propria battaglia interiore, se ne va per la sua strada, se ne va alla ricerca di un proprio mondo migliore, e se non lo trova prova a crearlo, reale o ideale. Smette di lamentarsi e di rompere le scatole al prossimo, e si da da fare per migliorarsi, fondamentalmente facendosi gli affari propri. 

Probabilmente non he ha nemmeno il diritto, con quale pretesa un complottista può permettersi di minare la serenità e la mansuetudine di un comune cittadino così impegnato nei suoi svaghi, nei suoi passatempi, nella sua immacolata identità e nella sua incrollabile e speranzosa fede?  Però anche il contrario, la fiducia è una cosa seria, e non si vende per un piatto di lenticchie!

Ad un certo punto della vita, il vero complottista va oltre, cerca la propria via di realizzazione, ed il resto non lo riguarda più, potranno fare quello che vogliono, al massimo potranno avere solamente un misero involucro di carne vuoto, rimarranno con un pugno di mosche in mano. Se resti complottista per tutta la vita, resti bloccato e non vai da nessuna parte. Assodato che questo mondo non fa per te, una volta capito che questo mondo non è quello che ti raccontano, non ci credi più e ne cerchi un altro.  Assodato che sei in una gabbia, non ti serve a nulla imprecare contro la gabbia, devi cercare la chiave per uscirne. Torni eventualmente allo zoo quel tanto che è indispensabile per vivere, se è necessario, ma nulla più. Esistono le cose brutte e cattive, distruttive, e vanno prese in seria considerazione, ma esistono anche le cose belle, positive, soprattutto vere, ed anche queste vanno prese in seria considerazione, soprattutto queste! 

Quindi il complottista maturo vive in questo mondo ma non ne fa parte, non di questo, non per ora almeno, rifiuta gli inganni, le seduzioni ed i ricatti del male, perchè accettandoli sa che ne rimarrebe per sempre schiavo e servitore, vuota crisalide avvizzita, uno zombie senza anima. Per sfuggire a questo inferno, il complottista cammina e si allontana, si reca in certi luoghi che ama, dove si sente al sicuro, e dove dialoga e si confronta con altri mondi, altre energie, altre vibrazioni: mondi popolati da schiere di fratelli, sorelle, maestri, spiriti ed anime antiche che i comuni mortali chiamano con nomi di oggetti, come alberi, rocce, fiumi, laghi, vento, montagne, stelle, mentre invece si tratta di entità libere e selvagge, forze potenti che permeano e rigenerano.

Generalmente poi si immagina il complottista come un personaggio oscuro, sempre pensieroso  e negativo, pessimista e catastrofista. In verità vi dico, il complottista è un grande ottimista invece, perchè la realtà è talmente incredibilmente allucinante, che anche il peggior incubo del più cervellotico complottista è un innocente fiorellino a confronto, credetemi.

Speranze? Mi dispiace, non ne abbiamo. Io viaggio in treno ogni giorno, e anche da piccoli particolari vedo e noto come si muovono le masse, e credetemi, speranze non ne abbiamo. Si salvi chi può, per il resto ci penserà il loro buon Dio.

Nessuno può salvare nessuno, perchè ognuno ha la sua realtà e ognuno deve compiere il proprio percorso di liberazione. Ogni via è valida, purchè dia i risultati. Io sono convinto che molti non capiscono e non capiranno mai, almeno in questa vita, ma non perchè "non ci arrivino", ma per pigrizia o convenienza spicciola, a volte ho la sensazione che intimamente capiscano, lo intuisco dallo sguardo, vedo a volte una scintilla nello sguardo, che viene però subito smorzata da un repentino e presuntuoso scatto di orgoglio della parte razionale della pesonalità, che sembra suggerire all'orecchio: "lascia perdere, non ci credere, altrimenti dovresti rimettere tutto in discussione, sai che lavoraccio... sai che palle...".

E' faticoso ed impegnativo porsi troppe domande, disorienta e mette in dubbio le nostre fonti, i nostri schemi, i nostri guru, noi stessi, quindi molti preferiscono "non capire" per scelta consapevole, preferiscono mentire ed ingannare se stessi, così, semplicemente, chi per comodità, chi per convenienza. E' la cultura del divano e della televisione, dell'evasione e dell'intrattenimento, dello sport e dei falsi dibattiti costruiti ad arte per intrappolare le persone in labirinti senza uscita, è la società della sicurezza, dei trenta all'ora e delle polizze per ogni eventualità, è la vita pret a porter dove tutto è già fatto e bello pronto, e tu non devi pensare a nulla, devi solo scegliere quello che preferisci, se preferisci la merda o preferisci lo sterco: puoi scegliere!

Se una persona sta bene allora, lasciamola in pace, che diritto abbiamo in fondo noi rompiballe di complottisti di andare a minare la serenità e la tranquillità di una buon'anima ?

E poi fondamentalmente, vogliano noi cadere nel loro stesso errore, ovvero quello di pretendere di aver ragione ? Potremmo anche avere torto, è pur sempre una concreta possibilità, anche se io non ci credo!



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