Andar per fiori
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Andar per fiori è un po' come andare a caccia, bisogna seguire traccie, indizi, induito e fortuna anche, immagine brutta lo so ma rende bene l'idea, è un andare alla ricerca di qualcosa che non è mai prevedibile, che si mostra si, ma spesso negli angoli più nascosti ed inaspettati, è una scoperta, un itinerario interiore, un incontro "fortuito".
Ogni privamera è diversa dalle altre, pertanto diventa difficile tracciare degli itinerari ed anche questo è il bello dell'esplorazione e della scoperta, perchè la bellezza è una cosa che va cercata, desiderata, inseguita e guadagnata, anche con un po' di fatica e di tenacia. Altrimenti andate in un giardino botanico, in una serra o in un parco, e li andate a colpo sicuro, ma vi perdete la parte più bella della natura: il vostro viaggio personale, la vostra esperienza.
Spesso il fiore più bello ti coglie di sopresa, come un regalo inaspettato, magari ti aspetta dietro ad un cespuglio quando ti apparti per fare pipì, o quando imbocchi un sentiero sbagliato e all'improvviso sbuchi in un magnifico prato in fiore, ricorda che nulla è mai per caso!
Molti rimarrano delusi da queste parole, perchè si aspettano qualche itinerario da percorre tranquillamente e trovare fiori a iosa a destra e a manca, ma questa non è la natura selvaggia, non funziona così. Mi dispiace.
Indicazioni di massima
Per quanto sia velleitario e pretenzioso fare una guida sulla ricerca dei fiori selvatici, in base a quanto esposto sopra, proverò a dare qualche indicazione di massima sulle zone del parmense dove è probabilmente più facile poter incontrare e fotografare fiori selvatici in natura.
Partiamo pure dalla città e dai luoghi urbani, perchè spesso i fiori si addentrano anche nella giungla urbana sfidando con la loro delicata bellezza tutti i pericoli del mostrarsi spavaldamente ai temibili esseri umano, e per giunta proprio nel loro habitat inospitale. Eppure sono proprio questi i fiori che io più adoro, coraggiosi e noncuranti, portano silenziosi il loro messaggio offrendo sé stessi, disinteressatamente, come esempio. Li pui vedere aggrappati a vecchie mura, lungo i marciapiedi, sbucare tra le crepe dell'asfalto o fare capolino tra i tombini. Ho visto bellissimi papaveri sbucare caparbiamente tra le piastrelle appena posate nella stazione di Collecchio, quasi a sfidare l'altrettanta tenacia dell'uomo nel tentare di reprimere le forze spontanee della vita. Questi sono tra i fiori che più mi piacciono, perchè sfidano ogni nostra logica e ragalano sempre un sorriso quando li vedi vittoriosi.
Lasciata alle spalle la città, le nostre campagne sono tutto in reticolato di strade e stradine che costeggiano campi coltivati, siepi, filari di alberi, fossi e canali. Ecco, in privavera ed estate anche questi luoghi spesso snobbati, sono delle vere e proprie "miniere" botaniche di erbe e fiori, nonchè d'insetti e farfalle, dove potersi sbizzarrire con la macrofotografia. Certo, non è propriamente "igenico" fermarsi a fotografare fiori e farfalle lungo una statale, anche se io lo faccio, ma non prendete esempio da me, trovatevi una stradina secondaria e poco trafficata, meglio una carraia che si inoltra nei campi, e divertitevi all'aria aperta. Spesso è facile far volare via due ore a fotografare, stando solo in un metro quadro di prato.
Un altro luogo molto fertile di fiori sono le sponde del Taro, in particolare ci sono comodi sentieri che percorrono tutte le sponde, da una parte e dall'altra del fiume, da Ponte Taro a Fornovo. Sia i prati, che i piccoli boschetti, che le sponde del fiume, nonchè lo stesso greto sassoso, sono ricchi di fiori in primavera e nella prima parte dell'estate, diciamo fino a Giugno, poi si passa a settembre e ottobre che offrono altre interessanti fioriture, con altre luci ed altri colori.
nave del penna
boschi di carrega
rocce ofiolitiche (vedi geologia)
praterie e sentieri di crinale, tenendo presente che più in alto si va, più tardi arriva la primavera

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