Un'antica descritione di Bardi

03.06.2023

La fortezza di Bardi, sullo sfondo nebbie sulla Val Ceno ed il gruppo montuoso del Pizzo d'Oca e del Monte Barigazzo.


BARDI ED IL SUO TERRITORIO IN UNA ANTICA DESCRIZIONE DEL XVII SEC.

Il castello di Bardi, con la sua mole ed il suo inconfondibile profilo che caratterizza tutto il paesaggio circostante, è uno dei più affascinanti del Parmense, per la sua arditezza, la sua mole ed il fascino dei suoi intricanti cunicoli, i sotterranei ed i camminamenti.

Carlo Natale, un pittore ed incisore cremonese, nonchè allievo di Guido Reni, vissuto dal 1590 al 1683, ci ha lasciato una bellissima serie di incisioni che descrivono l'antica val Ceno corredate da interessanti annotazioni, di cui voglio riportarne alcune particolarmente suggestive. Tutte antichissime descrizioni che trovano eco ancor oggi in molte realtà del territorio.

Dovete sapere infatti che "Bardi è Cappo della Val di Ceno (...) ha una fortezza in cima à uno sasso tutto rosso, durissimo, e altissimo fuori d'ogni scalata, fortificata per ogni forte di Batteria, monitionata si di vivere, come d'Artiglieria, & altre monitione per offesa, e difesa.

Il Principe Don Federico l'ha ampliata , fortificata, monitionata, e abbellita con appartamenti, giardini, fontane, grotte, tre armerie da fuoco, da ruotta, e da taglio, e fra l'altre arme antiche, che vi sono vi è la spada di Carlo Quinto Magno Imperatore donatale dal Rè di Spagna Filippo II.

Una speceria di quinta essenza, & altre cose rare, và facendo una libraria. (...) V'è una capella ben'ornata con Reliquie, e messe cotidiane. Ha molini, cisterne, botteghe, e ciò che è bisogno. (...) Vi è la Zecha, vi sono dottori de theologia, lege, e medicina".

Tra le bottege e gli artigiani presenti a Bardi, vengono menzionati anche "tre Maestri di lima perfetissimi" e "Lettori di Casi di conscienza".

E la descrizione del territorio continua pittoresca... "Vi è San Giouanni parrochia ancor lei, nella quale se vi fà la vita Christiana. Si fanno hora un'hospitale per l'infermi e pellegrini, e una Compagna De Disciplinati. (...)

Ha miniere di ramo, di ferro, di alabastro codignino, alcuni christalli. Vi è una bellissima miniera di pietre per fare collono, & altri edifici, certi diamantini picoli tanto belli, e tagliati a facete, che paiono fatti à posta".  Ancor oggi presso Bardi esiste un luogo chiamato "il bosco dei diamanti" dove io stesso ho trovato diversi cristalli purissimi di quarzo, ed anche in alcuni torrenti nei dintorni si trovano interessanti minerali.

L'autore non manca poi di citare la mitica Città d'Umbrìa: "Vi sono le ruine della Città d'Ombria, gira uno miglio, si vedono ancora le ruine delle muraglie delle case in cima al monte Occa, iui è un monte detto Barregaz, al quale si vede ancora intorno il fosso, & trinchiere intagliate con pietra, che rende segno della sua antichità, e segno, che iui era alloggiato l'essercito che espugnò detta città".

Molto interessante anche la descrizione di altri tesori e della fauna che in quel tempo viveva nelle nostre montagne:

"Si trouono in molti luoghi Medaglie d'argento con l'Impronto, de Romani avanti l'Imperatori. Ha bellissime caccie di Lepri, Pernici, Luppi ceruieri, Orsi, ha li monti Peschiere. Vi nascono Astori, Sparuieri, e falconi esquisiti: aria buonissima, e salutifera ad ogni tempo (...) Hà molti boschi, monti, valli, piane, diversi riui, e fontane, quali vi è una fontana che guarisce li Cutanei.

Il Principe vi hà introdoto hora la razza de Caualli", invero si tratta di cavalli originariamente introdotti dalla Gallia Belgica dai Romani, cavalli piccoli e forti, adatti alla montagna. Il Principe tentò di "migliorare" questi animali con diversi incroci con cavalli arabi, giungendo all'attuale razza divenuta tipica di questa zona, il cavallo bardigiano appunto, razza che rischiò di scomparire agli inizi dello scorso secolo, ma oggi fortunatamente recuperata e protagonista dell'annuale fiera che si tiene in agosto.


da Libro della descritione in rame de i Stati et Feudi Imperiali di Don Federico Landi raccolte ed intagliate da Carlo Natale pittor cremonese - sec. XVII


Altre immagini del Castello di Bardi


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