Philippe Charles Jacquet
Tra i vari artisti nei quali mi sono casualmente imbattuto navigando nel mare sconfinato del web, voglio condividere alcune immagini di questo poeta, scrittore e pittore surrealista francese, Philippe Charles Jachet, architetto di formazione, i cui paesaggi mi hanno da subito catturato, entrando in risonanza con la mia sensibilità.
Sono paesaggi dove l'acqua è onnipresente, acqua che ha caratterizzato l'infanzia dell'artista, ed anche qui si confermano le mie idee per le quali il paesaggio forgia il carattere e la sensibilità dei suoi abitanti, soprattutto di quelli più piccoli. Ritrovo in questi dipinti acque calme che creano simmetrie ed illusioni transitorie, in queste immagini percepisco le sensazioni di un vuoto interiore legate all'isolamento, all'attesa, al tempo sospeso, e al bisogno di un rifugio caldo ed accogliente, un porto sicuro dove naufragare con la propria anima.
In queste opere di Jacquet trovo molte affinità con alcuni paesaggi di René Magritte, altro artista surrealista che mi suggestiona molto, ed alcuni particolari architettonici mi ricordano gli onirici ghirigori architettonici di M.C.Escher. Sono paesaggi e colori sospesi tra l'onirico ed il malinconico, che a volte sembrano sconfinare in sentimenti cupi forrieri di inquietanti presagi.
Among the various artists I accidentally came across while surfing the boundless sea of the web, I want to share some images of this French surrealist poet, writer and painter, Philippe Charles Jachet, architect by training, whose landscapes immediately captured me, entering into resonate with my sensitivity.
They are landscapes where water is omnipresent, water that characterized the artist's childhood, and here too my ideas are confirmed for which the landscape forges the character and sensitivity of its inhabitants, especially the smaller ones. I find in these paintings calm waters that create transient symmetries and illusions, in these images I perceive the sensations of an inner emptiness linked to isolation, waiting, suspended time, and the need for a warm and welcoming refuge, a safe harbor where shipwreck with your soul.
In these works by Jacquet I find many affinities with some landscapes by René Magritte, another surrealist artist who impresses me a lot, and some architectural details remind me of the dreamlike architectural doodles of M.C. Escher. They are landscapes and colors suspended between the dreamlike and the melancholy, which at times seem to cross over into dark feelings forrieri of disturbing omens.